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I tessuti giapponesi: 3 oggetti caratteristici

I tessuti giapponesi. Bellissimi, colorati, utilizzati sia per l’abbigliamento che a scopo decorativo, hanno fatto del Giappone, sin dall’antichità, un grande centro di produzione tessile. Che si tratti di seta, cotone, canapa o altre fibre la cultura e le tecniche di produzione hanno sempre caratterizzato una produzione di alta qualità. 

La via della seta

La via della seta: 8000 km di percorsi costituiti da itinerari terrestri, marittimi e fluviali che collegavano l’Impero Romano con quello cinese snodandosi poi verso la Corea ed il Giappone. Roma era la destinazione finale della seta e di altre merci preziose che, grazie a queste carovane, collegavano l’oriente con l’occidente trasportando, ovviamente anche in senso inverso, oltre a merci anche idee, religioni, usanze.

Ed è a questo clima di grande scambio e collaborazione che si deve la grande domanda di tessuti alla quale l’industria giapponese doveva far fronte anche, e soprattutto, con l’aiuto di tessitori e tintori inviati dalla Cina e dalla Corea per stabilirsi in Giappone dove la produzione di tessuti era regolata dallo stato e i migliori erano prodotti dalle tessiture imperiali. 

Realizzare tessuti diventò una vera arte in quanto gli usi a cui erano destinati erano molteplici e non coprivano, ovviamente, solo il settore dell’abbigliamento ma anche quello della tappezzeria o della decorazione. I tessuti dovevano avere quindi grammature e trame diverse e  gli “stilisti” dell’epoca dovevano fare scelte precise e grazie alla loro opera sono state trasmesse, nel tempo, tecniche uniche utilizzate ancora oggi.

Una curiosità riguarda l’abito dei monaci buddisti, il Kesa, preparato dagli stessi monaci che utilizzavano scarti di tessuto e stracci lavati e tinti con colori naturali della terra. Da qui il colore arancione dell’abito che, nel tempo, ha assunto il significato della rinuncia ai piaceri e la scelta di una vita umile.

Tre oggetti caratteristici: Il Noren

Il Noren è un elemento di arredo tradizionale giapponese che ha origini antichissime: Nelle case era utilizzato come divisorio o come protezione dagli elementi esterni ma, con il passare del tempo il Noren ha assunto anche una funzione simbolica e decorativa.

Noren giapponese

Ma cos’è il Noren? È il tradizionale divisorio in tessuto. Solitamente è, proprio come una tenda, una o più fessure verticali che consentono un attraversamento più agevole. 

Nella cultura giapponese, il Noren non è solo un oggetto pratico, ma rappresenta anche un simbolo di accoglienza. Spesso viene appeso all’ingresso di negozi e ristoranti, per segnalare che l’attività è aperta.

I Noren sono realizzati in vari materiali, dai tessuti più leggeri come il cotone e il lino, ai più pesanti come la canapa ed i motivi variano da semplici tinte unite a complessi motivi tradizionali giapponesi. Come si può intuire, pur essendo fortemente radicato alla tradizione giapponese, il Noren, proprio per la sua praticità, oltre che per la bellezza, continua ad essere un elemento molto versatile ed usato nella decorazione di interni e, spesso, nell’identità delle attività commerciali.

I Tenugui

tessuti giapponesi

Tenugui sono tipici asciugamani di cotone leggeri e lisci al tatto se paragonati ai consueti asciugamani di spugna occidentali. Si trovano con una grande varietà di motivi colorati e spesso sono acquistati come dei veri e propri souvenir. I Tenugui sono molto conosciuti dagli appassionati di manga e anime in quanto spesso sono presenti in varie vignette o scene di fumetti e cartoni. Proprio per questo spesso i personaggi dei manga ricorrono come soggetti di questi piacevoli asciugamani.

Gli utilizzi di questo prodotto artigianale sono molteplici. Possono essere usati come canovaccio da cucina o addirittura come elemento decorativo. Vengono usati come tovaglia nei picnic o come bandana per la protezione dal sole. 

Un oggetto, il tenugui, che ha un’origine molto antica risalente addirittura al periodo Heian, che va dal 794 al 1192 d.c., quando veniva usato durante le cerimonie buddiste ed era realizzato con seta pregiata il che faceva di esso un oggetto poco diffuso proprio per l’alto costo. Lo sviluppo del settore tessile sdoganò questo accessorio rendendolo più economico ed alla portata di tutti.

Dopo essere caduto in disuso per un periodo di tempo oggi il tenugui è tornato ad essere molto usato ed apprezzato proprio per via della sua versatilità.

Il Furoshiki

furoshiki gru su fuji rosso

Avete mai sentito parlare dei Furoshiki? Ebbene Il Furoshiki è un pezzo di stoffa di forma quadrata che in Giappone viene utilizzato fin dall’antichità per trasportare qualsiasi genere di cosa.

A prima vista potrebbe sembrare un comune pezzo di stoffa, ed effettivamente a fare la differenza è la piegatura che, a seconda dell’oggetto o delle cose che deve trasportare, viene annodato e piegato in varie maniere. 

Anticamente, parliamo del periodo Edo, VII secolo, il Furoshiki veniva utilizzato dalle persone che frequentavano i bagni pubblici per trasportare i vestiti puliti ma successivamente l’uso di questo pezzo di stoffa è andato via via mutando adattandosi al trasporto di ogni genere di oggetti. 

Pur non avendo una dimensione standard il Furoshiki ha generalmente una misura di 50 cm per lato e, di recente, in Giappone il suo utilizzo è stato caldamente sponsorizzato dal Ministro per l’Ambiente come un’alternativa ecologica all’utilizzo delle borse di plastica.


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