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L’antica cerimonia del tè giapponese

La cerimonia del tè in Giappone è un rito antichissimo, che oggi è ancora diffusamente praticato e studiato. Si tratta di una cerimonia affascinante legata alle pratiche di meditazione e contemplazione proprie della disciplina zen. La semplice preparazione di una bevanda per gli ospiti diventa una forma d’arte che, attraverso precisi movimenti, assume una coreografia molto intima e definita. La preparazione di questa bevanda è stata perfezionata nei secoli per ottenere il miglior bilanciamento di gusto dall’infusione, senza tralasciare la componente spirituale di questa cerimonia, il cui scopo è di tendere alla pace interiore in un processo di raccoglimento e di riflessione.

La Storia

La cerimonia del tè ha origine in Cina, dove questo infuso era utilizzato con scopi medicinali, ma anche come coadiuvante nella meditazione. Nel X secolo furono i monaci buddisti ad importare il tè nell’isola del Sol Levante, proprio per il collegamento che si era creato tra il rito della preparazione del tè e la quotidianità dei monaci buddisti: infatti, grazie al contenuto di teina, bere tè aiutava i monaci nelle faticose pratiche meditative che avevano lo scopo di portarli verso l’armonia e la pace interiore.

Questo rito è considerato una vera e propria arte, una pratica zen riconosciuta che avviene con movimenti ben precisi e codificati, al pari di una danza. Pensate che, secondo i maestri di questa disciplina, sono necessari 10 anni di studio per apprendere alla perfezione tutti i 37 passaggi della cerimonia, rimasti immutati nel corso dei secoli.

I tre maestri

Il perfezionamento del rituale del tè è il risultato degli sforzi di tre grandi maestri, consiglieri degli shogun. Murata Shuko (1423-1502) era un monaco zen che divenne un mercante di tè. Secondo Shuko, la preparazione e la consumazione del tè richiedevano semplicità ed essenzialità sia negli strumenti che nello spazio in cui si svolge il rituale, che doveva essere privo di ogni distrazione.

La filosofia del monaco buddista Takeno Joo (1502-1555) affondava ugualmente le sue radici nella semplicità zen e nell’umiltà, in continuità con il rito di Shuko. Tuttavia, fu Sen no Rikyu (1522-1591), discepolo di Joo, ad avere l’influenza più profonda sul rito del tè. Ancora oggi le sue linee guida sugli utensili da usare, sulle procedure e sull’architettura della casa da tè sono la base per imparare “la via del tè”.

Uno dei cambiamenti più radicali apportati da Rikyu fu quello di abbassare l’altezza dell’entrata della casa da tè per far sì che ogni ospite dovesse abbassarsi per entrare. Egli, infatti, era dell’idea che ogni partecipante alla cerimonia fosse uguale all’altro, senza distinzioni sociali, un’idea rivoluzionaria e coraggiosa se si pensa al rigido sistema gerarchico del Giappone dell’epoca. Inoltre, era importante che gli ospiti passassero attraverso un giardino zen prima di giungere alla sala della cerimonia, in modo da rasserenare lo spirito in preparazione all’esperienza.

La Stanza del Tè

donna in kimono serve il te

La cerimonia del tè viene eseguita in uno spazio ben preciso chiamato stanza del tè, anticamente una capanna a sé stante costruita con legno e paglia. Questo era uno spazio piccolo, arredato secondo l’estetica zen, poco illuminato e studiato per limitare il più possibile le distrazioni e favorire la concentrazione. Tutto deve richiamare canoni di eleganza, armonia e tranquillità, per aiutare a liberarsi delle preoccupazioni della vita quotidiana.

Nella cerimonia viene utilizzato il tè matcha, molto pregiato, costituito da una polvere finissima ricavata dalla macinazione delle foglie di tè.

Un rituale sacro

La cerimonia del tè giapponese è un rituale sacro che si svolge in silenzio, con il maestro che, attraverso movimenti studiati delle mani e una forma ben codificata, conferisce spiritualità al momento. Gli invitati, per accedere alla stanza del tè, devono prima lavare le mani per purificare il proprio corpo. A questo punto possono entrare ed essere accolti dal teishu, il maestro incaricato al rito del tè, che lo prepara con movimenti precisi e appositi strumenti, sempre rigorosamente inginocchiato sul tatami. Tutti i partecipanti , anch’essi sul tatami, sono invitati ad ammirare gli oggetti utilizzati, la stanza ed i dolci, che saranno consumati prima di assaporare il tè.

Cerimonia del te

Ogni ospite, seguendo un preciso rituale, prende il ‘Chawan’, la tazza del tè, e la ruota un numero specifico di volte, per poi gustare la bevanda a piccoli sorsi. Successivamente, pulisce il bordo della tazza e la restituisce al teishu. Una volta che tutti hanno bevuto, viene offerta l’opportunità di osservare gli utensili utilizzati, in linea con il principio zen che invita a prestare attenzione a ogni dettaglio.

Tra gli utensili utilizzati nella cerimonia del tè troviamo il Chaki, che è il recipiente per il tè, la Chakin, la salvietta usata per asciugare la tazza dopo che è stata lavata, il Chasen, l’utensile in bambù usato per mescolare il matcha all’acqua, il Chashaku, il cucchiaino in bambù usato per dosare il tè, il Chawan che è la tazza dove si beve il tè ed il Kama, il bollitore per l’acqua. Ovviamente, a seconda della complessità della cerimonia, possono essere usati un numero maggiore di oggetti. Sul nostro sito si possono trovare teiere di grande fascino.

Partecipare ad una cerimonia del tè è un’esperienza unica

La cerimonia del tè esiste in molte varianti, alcune più complesse e scenografiche, e su YouTube è possibile vedere a grandi linee come si svolge questo rito, anche se parteciparvi è ben diverso.

Partecipare ad una cerimonia del tè vuol dire vivere un momento di grande benessere interiore, un’esperienza da cui si esce rinnovati e pieni d’energia.


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